Conferenza stampa del nuovo direttore sportivo Gianluca Petrachi: la presentazione ai media

A 6 anni dalla sua ultima esperienza in granata, Gianluca Petrachi torna a Torino e incontra i giornalisti nella sua prima conferenza stampa.

La conferenza stampa

La trattativa quando è nata?
“Mi fa piacere ritrovarvi, abbiamo vissuto anni intensi e profondi, è bello ritrovarsi e tornare in quella che è stata la mia casa per dieci anni. A Torino non ero più tornato e rientrarci è stato emozionante, effettivamente quando si sprigiona un sentimento è sempre qualcosa di positivo, questo sentimento c’è in me. Non è stata una cosa studiata o pensata, ci siamo sentiti col presidente e mi ha fatto percepire c’era qualcosa che poteva nascere e voleva capire se fossi pronto a questo ritorno e se avessi le motivazioni giuste per poterlo fare. Io sono nato pronto, gli ho detto”.

Come intende lavorare questo gap?
“Dal di fuori ho notato una cosa, ma è una mia considerazione, è come se ci fosse uno scollamento, il senso di appartenenza debba essere la priorità. Purtroppo lo dissi alla prima conferenza stampa, da calciatore sono stato poco e non ho capito cosa fosse il Toro, poi da dirigente è stato un altro mondo e ho capito la mission, quella di entrare in un club diverso, questo senso di appartenenza per ognuno deve essere molto rimarcato, ci devono essere persone che devono farlo capire. Io ho cercato di creare sempre un senso di famiglia, mi piacerebbe risentire quel calore che c’era e c’è stato, non ho vissuto nello spogliatoio in questo periodo ma mi piacerebbe alimentare questa sinergia”.

In questo periodo hai già avuto sotto controllo tutta la situazione: ti sei fatto un’idea delle problematiche?
“Mi sono fatto delle idee ed era giusto che fosse così, l’idea più importante la sviluppi col tecnico, chiarire tematiche tattiche che lo comprendono e provare a fare dei correttivi. Oggi ho le idee più chiare, ho passato la giornata con Marco e mi ha dato delle linee da seguire perché di equivoci non devono esserci, da oggi in poi si parte così. Ci sono giocatori magari che non giocano nel proprio ruolo, non sarà un mercato di rivoluzione ma di riparazione, magari per mandare a giocare chi ha meno spazio altrove“.

Qual è l’errore che non rifarebbe?
“Nell’ultimo anno forse c’era stanchezza mentale, mi sarei dovuto confrontare per esternare questa stanchezza, quando si sta tanti anni insieme succede. Nella comunicazione forse. Oggi io sono qui a riprendermi ciò che ho lasciato, con tutta l’esperienza che ho acquisito, per quel qualcosa in più per far crescere il club”.

Pensa che il ciclo che ha già vissuto possa ripetersi considerato che ha portato dalla B all’Europa la squadra?
“La mia ambizione è quella di sentire cantare al San Mames i tifosi, è stata una delle gioie più grandi del mio ciclo, vedere la gente felice è stato qualcosa che mi ha lasciato dei ricordi, cercherò di fare in modo che non siano dei ricordi, per arrivare agli obiettivi che il Toro merita”.

Ci saranno colloqui con i ragazzi, individualmente?
“Parto dalle persone che stanno intorno al Torino, perché questo non viene riconosciuto ma a volte i calciatori, quasi sempre in realtà, danno tutto anche per le persone che lavorano per loro. Magazzinieri, fisioterapisti, ds, presidente. Le prime gioie sono per la gente che sta lì dentro, per i sacrifici che fanno. Il mio senso di appartenenza parte dalle radici, ho voluto parlare con loro perché serve compattezza, servono motivazioni, uno che entra nello spogliatoio deve capire cosa è il Toro. Perdere o vincere non è lo stesso. Ora partiranno i colloqui con tutti: devo capire chi vuole rimanere e chi vuole andare via, inizierò oggi, ho già parlato ieri ma in maniera fugace perché era importante prima sentire l’allenatore. Ora si andrà avanti e poi cercheremo di aiutare chi non si trova bene e trovare chi ha fame e che sia funzionale”.

Tornando alla prima presentazione, con le bombe carta. Ora sembra che tutto scorra fuori con la squadra chiusa al Filadelfia: era peggio quel momento o è peggio l’indifferenza?
“Quello è stato un momento difficile, si navigava nelle zone basse, verso i playout della B, ci fu la cena in. cui i calciatori vennero aggrediti. Era complicato. Oggi ci dobbiamo rendere conto che la situazione non è semplice, io alla squadra ho detto che ho necessità di vedere la squadra cattiva, col coltello tra i denti, ci dobbiamo rendere conto dove siamo, a 4 punti dal baratro. Sono stanco di sentire che la squadra è forte, bellina, la squadra invece deve correre, vincere duelli. Se nella testa non c’è garra la squadra fatica, perché non è mentalizzata a un certo tipo di campionato che si è palesato ora. Dobbiamo uscire dalle sabbie mobili con le prestazioni. Io sabato voglio vedere una squadra che vinca i duelli. Col Milan nel secondo tempo la squadra si è abbassata. Questa squadra ha qualità che vanno messe al servizio. Se noi aggrediamo le squadre possiamo fare gol in più: non mio piace, l’ho detto al mister, che la squadra si abbassi tutta in difesa, dobbiamo stare più alti e più lontani dalla porta”.

Che mercato ci dobbiamo aspettare?
“Se non sei bravo a farne uscire uno è entrare uno, chi rimane non è contento. La riparazione deve essere furba. Se devo prendere un braccetto e cedere un trequartista, devo essere bravo a trovare a quel giocatore in partenza una squadra. Se identifichi un giocatore poi va preso quello. Non è solo la creatività, il mercato di gennaio è complicato, io l’ho fatto e ho cambiato tanti giocatori, non credo che qui i giocatori vogliano scappare come allora, ma i giocatori devono dimostrarmelo con i fatti”.

Qual è l’urgenza più assoluta, considerato che da come sembra si andrà sul 3-5-2?
“A Marco ho chiesto di fare il Baroni che conosco, di tirare fuori quello che ha dentro, abbiamo giocato insieme nel Lecce e lui è un caratteriale, da calciatore era cazzutissimo, da allenatore pretendo che tiri fuori quello che ha dentro. Marco può e deve fare di più, gliel’ho detto ieri sera, mi aspetto che la squadra gli somigli. Marco ha temperamento, deve pretenderlo dai suoi giocatori che quando scendono in campo si capisca che quella è la squadra di Baroni. Con la Lazio questo lo vedevo, nell’atteggiamento, di non stare in attesa di qualcosa. La squadra deve avere identità, io pretendo che trasferisca quelle che sono le sue caratteristiche”.

Il mercato si farà col 3-5-2: le prossime uscite per la Coppa d’Africa potevano suggerire un passaggio sulla linea a 4, invece no?
“Non ci saranno equivoci tattici, il 3-5-2 sarà il sistema da qui alla fine, poi può succedere di avere qualche defezione e per necessità e per soluzione di partita. Porteremo avanti il 3-5-2”.

Che messaggio si aspetta dalla partita di sabato?
“La Cremonese, lo dicevo a Marco, mi fa paura perché ha giocato a Bologna una partita sugli errori del Bologna, che ne ha poche di lacune. Sarà difficile, Nicola lo stimo, studia molto gli avversari, che sta dimostrando di essere un allenatore che nella categoria ha il suo perché. Questa sarà una partita da coltello tra i denti, io cercherò di infondere questo messaggio e di far capire loro questo, molti dei giocatori che abbiamo sono tecnici ma noi dobbiamo vincere i contrasti altrimenti gli altri ci passano come gli indiani. Lo spirito del Toro deve entrare nel Dna di questa squadra. Qualcuno come Simeone ha questo spirito, non serve che io vada a pungolarlo. Devo chiedergli di trascinarsi dentro qualcuno, i leader devono prendere per mani i compagni. Le partite si vincono vincendo i duelli personali e noi ne vinciamo pochi, questo è il punto”.

Gianluca Petrachi
Gianluca Petrachi, ds
TAG:
home

ultimo aggiornamento: 11-12-2025


37 Commenti
più nuovi
più vecchi
Inline Feedbacks
View all comments
Berggreen
8 giorni fa

” bisogna avere idee e creatività”. Brutto nano malefico,hai praticamente detto le stesse parole che lo scorso anno ha pronunciato Vanoli. Visto che per questo lo hai esonerato, dovresti essere esonerato pure tu. Io di idee e creatività per farti scomparire ne avrei svariate. Ti sotterrerei con il c u… Leggi il resto »

Last edited 8 giorni fa by Berggreen
Joel19 (Cairese??_NO STADIO_NO SKY)

Altro episodio di questa desolante ed interminabile farsa…
Con le noccioline che metterà a disposizione l’innominabile, avrai poco da fare sul mercato…

granata13
8 giorni fa

Dì sicuro, petrachi ha carattere.. che riesca a trasmetterlo poi non saprei.. questo è uno ché sé deve apprendere un giocatore al muro lo fa..io lo farei con quasi tutti..

Cairo: “Da Petrachi mi aspetto la ricerca di giocatori con potenziale”

Coppa d’Africa: il Marocco ufficializza la convocazione di Masina